Facciamo un po’ di chiarezza. Da qualche giorno gira sul web un video di donne vestite di bianco che cantano e pregano per la Pace. Vi abbiamo già parlato di loro; sono le donne di Women Wage Peace, un movimento nato dal basso nel 2014 in Israele.
Decine di migliaia di persone appartenenti a diverse fazioni politiche, diverse religioni, credo e pensieri, hanno iniziato quasi cinque anni fa, ad organizzare eventi, manifestazioni e tavole rotonde, per convincere i governanti a trovare una soluzione pacifica per la convivenza di Israele e Palestina.
Nel 2016 in trentamila, tra donne e uomini, hanno camminato per due settimane dal nord dello Stato d’Israele fino a Gerusalemme con la Marcia della Speranza.
Ad Ottobre 2017, partendo dai quattro angoli del Paese, a migliaia hanno intrapreso il Viaggio della Pace.
Molte tra le donne facenti parte di Women Wage Peace sono artiste, di provenienze diverse, ma con una patria in comune: la musica.
“Prayer of the mothers” è il singolo uscito nel 2016 per promuovere la Marcia della Speranza di Women Wage Peace. Yael & the mothers è un album le cui tracce parlano di pace, speranza, sicurezza, casa e giustizia. https://www.youtube.com/watch?v=YyFM-pWdqrY
Come sempre l’arte, la musica in particolare, riesce ad arrivare dove anni e anni di tentativi di accordi politici non sono riusciti a giungere. Ancora una volta viene dimostrato come l’arma più efficace contro la guerra sia il dialogo, non la violenza.
M.A.S.C. ha deciso di dare voce alle donne di Women Wage Peace con lo spettacolo teatrale MADRI DI, attraversando le ferite di un conflitto impresse non tanto nella storia, ma nella carne di donne e uomini, che adesso chiedono Pace. http://associazionemasc.it/madri-di/
Non possiamo che condividere il viaggio di Women Wage Peace, prendere un po’ della sua forza e della sua volontà, per far conoscere questa realtà anche nel nostro Paese.
Il viaggio delle madri non è terminato.
Yael Deckelbaum, la cantautrice israeliana promotrice del movimento, viene spesso invitata ad eventi per presentare intenzioni e progetti per il futuro.
Noi ci teniamo a seguirle, a farle conoscere, perché la fine del conflitto israelo-palestinese, deve essere interesse di tutti.
David Grossman, famoso scrittore israeliano, in un discorso tenuto a Gerusalemme diceva:
“Ho fatto la mia scelta. E adesso so che dentro il dolore ci può essere anche un respiro, una creazione, fare qualcosa di buono. Il dolore non isola per forza, può anche unire e rafforzare. Spero che celebreremo ancora molti altri anni e molte generazioni di figli, nipoti e pronipoti che vivranno qui, accanto a uno Stato palestinese indipendente, nella sicurezza, nella pace e nella creatività e – cosa più importante di tutte – in un contesto quotidiano sereno, da buoni vicini; che possano sentirsi a casa qui.”
Sappiamo che poter cantare vittoria c’è bisogno dell’impegno di tutti.
Chissà che un giorno, non riusciremo a viaggiare per la pace, partendo non solamente dai quattro angoli di un unico stato, ma da tanti angoli della Terra. Per chiedere, insieme alle donne di Women Wage Peace, pace su Israele, pace sulla Palestina.